Ultima mostra Un Viaggio Senza Fine di Julien Guerrera terminata il 29/03/2014

AMNIOTICO di Marco Puerari

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Le figure di Marco Puerari assorbono lo spazio in cui si collocano, solide, consapevoli di tutto il loro peso, della loro consistenza materiale coprono tutta la superficie loro necessaria fino a quasi a cancellarla.
In tal modo la figura si fa spazio, è lo spazio, la sola superficie sulla quale si concentra l’indagine dell’artista, sulla quale si posa, vaga, assalito da insidiosa inquietudine l’occhio dell’osservatore.
La figura è trattata con realismo, con una propensione alla deformazione dovuta proprio al rapporto con lo spazio che appare angusto per i corpi che vi si impongono.Il realismo è tuttavia attenuato da un uso del colore che si risolve nella tendenza alla riduzione ad un unico colore, con una prevalenza del rosso e del blu, che conferisce una qualità fantasmatica alle figure in contrasto con l’evidenza della loro corporeità, della loro struttura e del loro peso.
La materia cromatica è trattata, nella tecnica mista la cui componente fondamentale è lo smalto, per stratificazioni e velature con delle analogie alla tecnica dell’affresco. La figura assume una valenza atemporale, come se riaffiorasse da un passato lontano, recuperato alla memoria e riconosciuto come radice dell’identità.
La ricerca di Marco Puerari appartiene a un ambito di ricerca esistenziale molto radicato a Genova e nella scuola dell’Accademia Ligustica dove Puerari si è formato.
Tuttavia, anche attraverso l’esperienza del restauro e della decorazione, l’artista ha acquisito spunti che ha rielaborato costruendo il valore aggiunto del lavoro attuale. Se la figura è spazio, la pelle ne è la superficie e attraverso la pelle è possibile penetrare nella fibra stessa dello spazio.
La pelle come un diaframma che presenta venature, assottigliamenti di trama, piccole falle, macchie circoscritte e macchie dilatate, su questi elementi l’artista si concentra ben sapendo che tale attenzione potrà condurlo ad esplorare una dimensione più astratta, più lontana dall’architettura della figura e più vicina alla materia che sta oltre il diaframma costituito dal derma.
Tale ipotesi confermerebbe la qualità “ esistenzialista” della pittura di Puerari con un passaggio, che potrebbe anche rappresentare una fase di ricerca e non un approdo, ad una dimensione informale che, quando non è formalismo, è l’altro aspetto della riflessione sulla vita e sull’uomo.
Un elemento interessante e carico di potenzialità è la sintesi che Puerari riesce a ottenere dalla componente esistenziale con una venatura intimista e da quella classica che quasi costituisce fondamento di quell’intimismo con una predilezione per la solidità, la quiete, il torpore della figura.
Tutto il lavoro racconta l’esperienza della meditazione sulla vita, delle azioni possibili oltre quel diaframma, racconta lo spazio di quiete che precede una nascita. 
Di Emilia Marasco
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